PROGETTO INTEGRA, INSIEME PER CONTRASTARE LA VIOLENZA DI GENERE

Tipologia: Articolo, Comunicato stampa, Notizia
Si è svolta mercoledì 28 maggio la conferenza stampa di presentazione di “Integra: interventi e azioni a potenziamento della rete antiviolenza”, il progetto promosso e finanziato da Regione Lombardia che vede Asst Crema ente capofila e partner il Comune di Crema, Comunità Sociale Cremasca e Centro Antiviolenza Cremasco. L’obiettivo è quello di incrementare gli interventi a favore delle donne vittime di violenza e dei minori coinvolti, migliorando e potenziando la rete tra strutture ospedaliere, servizi sociosanitari territoriali, Centro Antiviolenza ed Enti locali.
«L'impegno a contrastare la violenza di genere – commenta il direttore generale di Asst Crema Alessandro Cominelli - è corale e lo dimostrano tutti i partner accanto a noi oggi. Un territorio unito, in grado di integrare la componente sanitaria con quella sociale al fine di offrire il supporto adeguato attraverso una presa in carico globale e continuativa nei diversi setting di cura e nei differenti contesti di vita. E non può che essere così perché la violenza colpisce varie dimensioni della vita: fisica, psicologica ed economica. Per chi si occupa di welfare, intervenire è necessario, è una responsabilità a partire proprio dalla rete di servizi già esistente, dall'ospedale al territorio. Si tratta oggi di una questione di salute pubblica, rispetto alla quale non possiamo e non vogliamo tirarci indietro: insieme, alla violenza rispondiamo con la cura».
«Un progetto - ha sottolineato la dott.ssa Carolina Maffezzoni, direttore sociosanitario di Asst Crema – che intende potenziare la rete di supporto alle persone che subiscono violenza e contestualmente aumentare il livello di conoscenza e di competenza professionale. È importante il lavoro di prevenzione e contrasto alla violenza in tutte le sue forme, far crescere la consapevolezza evidenziando i danni che la violenza procura alle donne che la subiscono ma anche ai figli che vi assistono. Per questi obiettivi occorre unire le forze ed implementare le forme di coinvolgimento e collaborazione tra strutture ospedaliere, servizi territoriali, enti ed istituzioni, come i Comuni, il CAV o le Forze dell’Ordine, con i quali, tra l’altro, abbiamo già un dialogo aperto. Dobbiamo fare sistema in maniera sinergica ed efficace, per far fronte il più possibile a questa terribile ferita sociale».
«In particolare – sottolinea la dott.ssa Maria Damiana Barbieri, referente scientifica del progetto – riteniamo fondamentale costituire una cabina di regia interna ed esterna all’azienda, composta da operatori del polo ospedaliero e territoriale come il pronto soccorso, l’ostetricia e la ginecologia, il servizio di psicologia clinica, il servizio sociale, il consultorio e ampliare la procedura interna con l’obiettivo di coordinare la raccolta dei dati delle donne che si rivolgono a ASST Crema. In questo modo sarà più semplice condividere le informazioni con gli attori della rete territoriale interistituzionale antiviolenza e attivare un secondo livello più operativo di intervento, orientato alla pianificazione di un progetto individuale attraverso la costituzione di micro-equipe integrate. Con questo approccio, ci attendiamo di aumentare il numero di donne prese in carico rispetto al numero complessivo di donne intercettate per poter offrir loro un aiuto concreto. Parallelamente, occorre attivare percorsi di formazione articolati su livelli diversificati, sia interni all’azienda sociosanitaria che alle varie agenzie territoriali così da aumentare il livello di conoscenza professionale. A maggior ragione in vista dell’avvio delle Case di Comunità poiché i professionisti effettueranno anche attività domiciliari e saranno i primi a poter intercettare situazioni particolari, non dichiarate»
«Nell’ultimo periodo – commenta Anastasie Gold Musumary, assessora alla coesione sociale del Comune di Crema - abbiamo registrato un aumento significativo dei codici rosso, sono in aumento le donne sole o donne con bambini collocate in alloggi protetti per sfuggire a situazioni di pericolo e di violenza domestica. La violenza sulle donne è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti presenti nella nostra comunità. Combatterla è di fondamentale importanza per motivi etici, sociali, culturali ed economici. Questo tipo di violenza rafforza modelli culturali discriminatori e stereotipi di genere. Le conseguenze sono gravi e a lungo termine: traumi, ansia, depressione, problemi di salute fisica. Fermarla con azioni di rete e di collaborazione con il territorio e con le realtà che sono attive sul territorio significa agire con corresponsabilità integrando risorse, azioni finalizzate a proteggere in modo valido efficace e mirato la salute e il benessere delle donne, dei bambini e delle famiglie coinvolte. Il silenzio e l’indifferenza rendono possibile la violenza. È responsabilità di tutti, istituzioni, scuole, famiglie, media, singoli cittadini, riconoscere il problema, intervenire e educare al rispetto e alla cura del prossimo».
«La violenza di genere – commenta Gianna Bianchetti, presidente del Centro antiviolenza – è tristemente presente anche nel nostro territorio. Secondo i dati forniti dall’Associazione Donne contro la violenza sono state 93 le donne accolte al CAV nel 2024, alcune già note, 53 nuovi casi. Il 78% delle donne accolte sono italiane e il 75% con figli. Complessivamente i figli delle donne accolte sono 127, di cui 82 minorenni. La maggioranza di loro ha dichiarato di subire contemporaneamente maltrattamenti plurimi. 88 casi di violenza psicologica, 51 casi di violenza fisica, 48 di violenza economica, 19 casi di stalking, 18 di violenza sessuale. Sono stati 512 i colloqui individuali del percorso di uscita dalla violenza, 156 le conversazioni telefoniche e 14 le consulenze legali offerte. Un fenomeno trasversale e molto complesso. Per contrastarlo, oltre al lavoro di prevenzione continua, occorre mettere in campo azioni integrate fra più enti per costruire un’area di protezione intorno alle donne. La nostra partecipazione al progetto Integra va proprio in questa direzione».
Confermano i dati in crescita Alessio Rocca e Vincenzo Lupo, rispettivamente dirigente del Commissariato di pubblica sicurezza e vice ispettore della Questura di Crema: «Un fenomeno che purtroppo non tende a diminuire ma che viene rilevato costantemente. Nella crescita di denunce, leggiamo un dato positivo: la diminuzione del sommerso. Accogliamo con grande entusiasmo il progetto Integra e la volontà di tutti gli attori di intensificare la rete a supporto delle persone che subiscono violenza».
Ultimo aggiornamento: 28/05/2025