HIKIKOMORI E IL RITIRO SOCIALE NEGLI ADOLESCENTI: UNA SFIDA EDUCATIVA E SANITARIA. IL CONVEGNO IN SALA POLENGHI

Tipologia: Articolo, Comunicato stampa, Notizia
Crema, 09 ottobre 2025 - Si è tenuto presso la Sala Polenghi dell’Ospedale Maggiore di Crema il convegno “Il silenzio dietro la porta – Hikikomori e ritiro sociale negli adolescenti: una sfida educativa e sanitaria”, un’importante occasione di confronto e approfondimento su un fenomeno in crescente diffusione anche nel nostro territorio: il ritiro sociale volontario in età evolutiva. L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali del Direttore Generale di ASST Crema, Alessandro Cominelli: «In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, abbiamo voluto fortemente parlare di ritiro sociale perché crediamo sia fondamentale portare l’attenzione su un tema sempre più diffuso anche nel nostro territorio. Il ritiro sociale in adolescenza è una realtà complessa, che coinvolge non solo i clinici ma, ancor prima, la scuola, la famiglia, il mondo dello sport e la società in senso più ampio. Come ASST Crema abbiamo scelto di dare voce a un bisogno reale e crescente, che emerge dall’ascolto del nostro territorio e dagli operatori che, in più ambiti, vi lavorano quotidianamente».
A seguire l’introduzione del Direttore Socio-Sanitario, Carolina Maffezzoni, che ha sottolineato «l’impatto del fenomeno sul tessuto familiare e sociale nonché l’esigenza di fare rete per proporre a livello territoriale strumenti e supporto per affrontare questo ed altri fenomeni in crescita nella fascia 12-18 anni. Soltanto unendo le forze possiamo affrontare un disagio così delicato e non lasciare indietro nessuno. Attraverso il contributo di pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi dello sport, genitori e associazioni locali, oggi vogliamo contribuire a costruire una cultura più attenta e consapevole, in grado di riconoscere precocemente i segnali di disagio, offrire risposte concrete e multidisciplinari, e restituire ai ragazzi uno spazio di relazione, fiducia e possibilità».
L’evento è stato promosso da ASST Crema in collaborazione con Panathlon International che «a livello nazionale collabora con l’associazione Hikokomori Italia per la realizzazione di azioni comuni affinché lo sport possa essere un valido strumento per contrastare il fenomeno del ritiro sociale» ha spiegato il consigliere Fabiano Gerevini.
I giovani che scelgono un isolamento estremo, spesso rinunciando a scuola, relazioni e attività sociali sono in crescita. Le richieste di presa in carico di preadolescenti e adolescenti giunte agli specialisti di ASST Crema sono passate da 187 nel 2017 a 325 nel 2023. Dal 2020 al 2024 la Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza ha seguito, con continuità, 68 situazioni di grave ritiro sociale e scolastico di ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Parallelamente alle consulenze ambulatoriali si è reso necessario un incremento dei ricoveri nella struttura complessa di Pediatria.
«Il ritiro sociale – ha commentato la dott.ssa Maddalena Leone, direttore della struttura complessa di Pediatria di ASST Crema – è una delle manifestazioni di sofferenza psicologica più diffuse tra preadolescenti e adolescenti, in Italia e nel mondo. A livello europeo si stima che circa 9 milioni di adolescenti abbiano problemi di salute mentale legati al ritiro sociale. In termini assoluti, si stima che circa 54.000 studenti italiani di scuola superiore si identifichino in una condizione di ritiro sociale. In Lombardia circa 8160 giovani di età compresa tra 15-19 anni ha problemi di ritiro sociale. È un fenomeno trasversale, che colpisce ragazzi e ragazze di ogni estrazione, con prevalenza crescente nel genere femminile nell’ultimo periodo post-pandemico. Il ritiro sociale non è una patologia in sé, ma è un segnale di sofferenza complessa che può mascherare o accompagnare quadri clinici come ansia, depressione, disturbi della condotta o difficoltà relazionali gravi. Per questo, come pediatri, siamo chiamati ad osservare con attenzione ogni segnale precoce: assenze scolastiche ricorrenti, malesseri psicosomatici, richieste frequenti di visite senza riscontri organici, alterazioni dell’umore. Intercettare per tempo questi segnali può fare la differenza tra una difficoltà transitoria e una cronicizzazione del disagio».
«Il ritiro sociale – ha continuato la dott.ssa Alessandra Foppa Pedretti, direttore della Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza di ASST Crema – è un costrutto eterogeneo, con radici motivazionali, emotive e comportamentali complesse. Distinguere tra ritiro primario, come nel caso degli hikikomori, e ritiro secondario, legato a patologie psichiatriche, è fondamentale per orientare correttamente l’intervento. Tra i segnali più comuni ci sono il rifiuto scolastico, l’isolamento nella propria stanza, l’uso eccessivo di videogiochi e internet, l’inversione del ritmo sonno-veglia, l’umore deflesso, l’irritabilità e, purtroppo, anche forme di auto lesività non suicidaria e ideazione suicidaria. Come neuropsichiatri, ci troviamo sempre più spesso di fronte a segnali di allarme che richiedono un ascolto attento, un lavoro di rete e un coinvolgimento tempestivo delle famiglie e dei servizi di salute mentale».
La Dott.ssa Foppa Pedretti ha inoltre evidenziato il ruolo chiave della scuola nel cogliere i primi segnali di disagio e nel favorire il dialogo con famiglia e servizi.
Tuttavia, esistono percorsi che possono accompagnare gli adolescenti e aiutarli a non scivolare in forme di patologia grave: tra questi, lo sport e l’arte rappresentano strumenti preziosi di prevenzione e recupero.
«Lo sport – ha sottolineato la dott.ssa Federica Perolini, psicologa dello sport – può rappresentare un ponte tra il mondo interno dell’adolescente ritirato e la realtà esterna, troppo spesso percepita come ostile o fallimentare. L’attività fisica, soprattutto se proposta in contesti non giudicanti e relazionali, può favorire il riavvicinamento graduale alla socialità, offrendo esperienze di successo, appartenenza e riscoperta del proprio corpo».
«Il processo creativo – ha sottolineato Rita Subioli, psicologa e responsabile di ritiro sociale presso il centro diurno Bella Storia - non chiede spiegazioni e non pretende risultati immediati. È uno spazio libero e protetto in cui anche chi ha smesso di comunicare con il mondo può tornare ad esprimersi. Per molti ragazzi in ritiro sociale, avvicinarsi alla creazione artistica, che sia pittura, scrittura, musica o manipolazione di materiali, significa ritrovare un’identità possibile, sperimentare emozioni in modo sicuro e iniziare un processo di riconciliazione con sé stessi e con l’altro».
La parte istituzionale si è conclusa con le testimonianze di alcuni genitori, che hanno condiviso con coraggio la propria esperienza. «L’isolamento spesso non riguarda solo i nostri figli, ma anche noi genitori. Grazie all’associazione Hikikomori Italia abbiamo trovato ascolto e la possibilità di confrontarci con altre famiglie che hanno vissuto esperienze simili. I gruppi di auto mutuo aiuto locale sono importantissimi per non sentirsi più invisibili».
Il convegno si è chiuso con una tavola rotonda che ha visto il coinvolgimento di Ilaria Marzi, direttore sociosanitario di ATS Val Padana e degli enti territoriali impegnati con il Dipartimento di salute mentale, delle disabilità e delle dipendenze di ASST Crema in progettualità più ampie in sostegno all’adolescenza. Tra i partecipali attori: Stefano Polverini di Thesis Group; Sarah Bianchessi e Cristian Fiorini di cooperativa Igea;
Elena Sora e Alessandra Milletarì di cooperativa servizi assistenziali (CSA).
L’evento ha rappresentato non solo un momento di riflessione condivisa, ma anche un passo importante verso una rete integrata di intervento, capace di affrontare con competenza e sensibilità una sfida educativa e sanitaria che interpella tutti: famiglie, scuola, sanità e società civile.
Ultimo aggiornamento: 10/10/2025