Gestione del diabete: ‘lavoriamo insieme per rendere fit l’invecchiamento’

“Dobbiamo lavorare per rendere l’invecchiamento fit, cioè una condizione di benessere”. Si riassume in queste poche parole di Bruno Solerte, già docente universitario e geriatra, il senso del convegno che si è tenuto questa mattina nella sala Polenghi dell’Asst di Crema. Voluto dal dipartimento di area medica diretto da Elisabetta Buscarini ed organizzato da Silvia Cecilia Severgnini, a capo del centro diabetologico cremasco, ha inteso offrire un momento di confronto tra gli specialisti che a vario titolo si occupano di diabete e pazienti fragili ed i medici di base. E’ stato moderato da Luigi Caputi, Giovanni Viganò, Michele Cacucci e Gianluca Fasoli, rispettivamente direttori di neurologia, medicina generale, cardiologia e nefrologia e dialisi.
Come ha sottolineato il direttore generale Ida Ramponi, “la presa in carico della persona diabetica è da sempre esempio di multidisciplinarietà per garantire una condizione di benessere ad un paziente cronico. Il vostro lavoro – ha detto rivolgendosi agli operatori presenti - si caratterizza per una forte sinergia tra varie professionalità e, date le sfide che la sanità oggi si trova ad affrontare soprattutto nell’ambito territoriale, siete un esempio di quanto il lavoro condiviso dia buoni esiti di cura”.
Ciò che conta, però, è “non perdere di vista la patologia”. Per Solerte “è importante mettere la persona al centro, ma realisticamente dobbiamo prendere in cura la patologia con l’obiettivo di una remissione della stessa e di una guarigione”. Nello stesso modo “devono essere trattate anche le condizioni precliniche per far regredire invecchiamento e diabete”.
Perché “il problema glicemico è un problema di invecchiamento”. Non è un caso, dunque, che nell’ambito di una popolazione sempre più vecchia, si parli con riferimento al diabete di una vera e propria pandemia. In Italia 3.5 milioni di persone sono diabetiche e presentano una malattia cardiovascolare manifesta. L’Italia, insieme a Germania e Giappone, può essere annoverata tra i paesi più vecchi. “Si stima che nel 2050 gli over 65 saranno 1/6 della popolazione mondiale”. Dando voce alla relazione elaborata dal geriatra Luca Grossi, Silvia Cecilia Severgnini ha concentrato poi l’attenzione sull’Italia e su Crema: “nel 2050 il 21,5 per cento della popolazione italiana sarà anziana. A Crema oggi gli anziani presenti sono 8900 contro i 6600 del 2002”. E’ facilmente intuibile come “in questo panorama sia aumentato e sia in costante aumento il tasso di anziani non autosufficienti, complessi e fragili”.
Il diabete è solo una delle patologie croniche più diffuse. “Serve lavorare per garantire alle persone di vivere bene anche l’età della saggezza”. Per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, una grossa mano da questo punto di vista viene dato da farmaci innovativi, le gliflozine: “i farmaci della longevità” secondo Solerte. Agiscono sui meccanismi ancestrali della malattia. “Così possiamo correggere la patologia nel motore centrale di origine”, tenendo conto delle complicanze neurologiche e cardiovascolari che possono essere legate alla patologia diabetica, ben illustrate dai medici Elena Beretta e Irene Bernardi, rispettivamente di Asst Crema e Asst Pavia.
Importante è anche il ruolo della prevenzione primaria e degli stili di vita corretti. All’approccio nutrizionale, o meglio, alle diete consigliate ha posto l’attenzione Nadia Cerutti, direttore di medicina generale ad indirizzo dietologico di Asst Pavia. “Una patologia dei nostri giorni è l’obesità. Nel 2030 si stima che il 20 per cento della popolazione italiana sarà obeso. Oggi un bambino su 4 è obeso. Se si riesce a trattare l’obesità, è possibile agire efficacemente anche su forme di pre-diabete”. La dieta che “vince facile” è quella mediterranea, non solo perché riduce il rischio di patologie ad elevata mortalità, ma anche perché “è una dieta sostenibile”. Oggi “il concetto di salute deve necessariamente considerare anche l’ambiente in cui viviamo”. La prevenzione, dunque, deve essere a 360 gradi e la presa in carico della persone con patologia deve puntare “alla migliore qualità di vita”.
Responsabile della pubblicazione: Ufficio Comunicazione
Ultimo aggiornamento: 27/11/2024