AUTISMO, DAL CREMASCO UN MODELLO PER IL FUTURO
Tipologia: Articolo, Comunicato stampa, Notizia
Crema, 22 dicembre – Trasformare l’assistenza in un vero e proprio "Progetto di Vita". È questo il cuore del convegno “Autismo: dall’analisi territoriale al progetto di vita”, svoltosi oggi presso la Sala Pietro da Cemmo del Centro Culturale Sant’Agostino di Crema. L’evento ha tracciato il bilancio di una sperimentazione innovativa che ha visto il territorio cremasco protagonista di un nuovo paradigma nell'approccio ai disturbi dello spettro autistico.
UN MODELLO DI INTEGRAZIONE UNICO
Il progetto, nato nel 2019 e sostenuto da Regione Lombardia, ha visto ASST Crema, Comunità Sociale Cremasca e Comune di Crema, coordinati da Ats Val Padana, impegnati nella sperimentazione che aveva l’obiettivo di creare un progetto di vita ad hoc sulle singole individualità attraverso una presa in carico integrata e multidisciplinare delle persone con disturbo dello spettro autistico. Il Progetto, unendo sanità, sociale e comunità, ha dimostrato come la sinergia tra istituzioni e terzo settore rappresenti l’approccio corretto e più efficace nella disabilità, ma in generale nella cura dei soggetti più fragili.
«Il progetto - ha dichiarato Alessandro Cominelli, Direttore Generale di ASST Crema - rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra istituzioni, servizi sanitari, sociosanitari e sociali possa tradursi in risposte efficaci e significative per le persone con disturbo dello spettro autistico e per le loro famiglie. Desidero ringraziare Regione Lombardia per il sostegno, ATS Val Padana in qualità di ente capofila, e tutti i professionisti coinvolti per il lavoro svolto con competenza, passione e continuità. Il nostro desiderio è che questa esperienza non resti isolata, ma diventi parte integrante del nostro modo di operare, affinché la presa in carico integrata e multidisciplinare diventi un riferimento stabile per il territorio».
Sulla stessa linea Anastesie Gold Musumary, Assessora alla Coesione Sociale del Comune di Crema: «Parlare di autismo significa parlare di comunità e responsabilità condivisa. Abbiamo dimostrato che il lavoro integrato genera risposte vicine alle persone».
La Dott.ssa Carolina Maffezzoni, Direttore Sociosanitario di ASST Crema e anima del progetto, ha evidenziato il cambio di passo: «Il progetto ha permesso di sperimentare un modello innovativo di presa in carico delle persone con autismo, a basso e alto funzionamento, basato sull’integrazione istituzionale e professionale tra servizi sanitari, sociosanitari e sociali. Il progetto ha inteso garantire continuità assistenziale lungo tutto il percorso di vita, introducendo anche modalità innovative di utilizzo e ottimizzazione delle risorse. La sperimentazione – ha concluso Maffezzoni - ha dimostrato l’efficacia di una presa in carico integrata, multidimensionale e partecipata, capace di rafforzare la collaborazione tra istituzioni e terzo settore e di migliorare il benessere delle persone con autismo e delle loro famiglie. Un modello che, per i risultati ottenuti anche in termini di qualità relazionale e fiducia costruita, può essere considerato replica- bile e meritevole di consolidamento. Ci sentiamo di dire con orgoglio – ha specificato la dotto- ressa – che questo progetto segna un cambio di paradigma; non più solo l’erogazione di presta- zioni, ma la costruzione condivisa di un Progetto di Vita che tenga insieme dimensione sanitaria, sociale, educativa e comunitaria. La Casa di Comunità ha rappresentato il luogo in cui questa integrazione è diventata concreta e operativa».
Il modello si fonda sull'approccio bio-psico-sociale (ICF), presentato dai dirigenti di Regione Lombardia Ivan Limosani e Laura Falcone come pilastro della programmazione regionale 2021-2028. L’obiettivo regionale, hanno dichiarato i dirigenti, è rendere queste "buone prassi" stabili e replicabili in tutta la Lombardia.
Durante il convegno sono stati presentati i risultati clinici e gestionali. La Dott.ssa Alessandra Foppa Pedretti e la Dott.ssa Mara Patrini, che si occupano dei pazienti in età evolutiva, hanno illustrato gli esiti positivi sui venti minori coinvolti, sottolineando l'importanza della diagnosi precoce e del supporto scolastico. Il Prof. Virginio Salvi e la Dott.ssa Silvia Galvani hanno affrontato la sfida della transizione all'età adulta per i dieci soggetti aderenti alla sperimenta- zione, focalizzandosi su autonomia e inclusione sociale. Il Dott. Davide Vighi, direttore di Comunità Sociale Cremasca e l’assistente sociale Alison Bignami hanno presentato la figura del Case Manager, il "regista" del percorso assistenziale, supportato dall’utilizzo della piatta- forma GeCas che ha permesso di tracciare l’intero percorso progettuale, garantendo condivisione delle informazioni, tutela della privacy e continuità operativa tra i professionisti coinvolti. Entrambi hanno sottolineato come l’integrazione tra competenze umane e strumenti digitali sia stata fondamentale e come la sostenibilità del modello possa funzionare continuando ad investire nell’interoperabilità dei sistemi informatici.
LA VOCE DELLE FAMIGLIE
Il momento più emozionante è stato dedicato alle testimonianze delle madri dei ragazzi coinvolti. «Per la prima volta ci siamo sentiti accompagnati e non lasciati soli. Avere un punto di riferimento chiaro e una rete di professionisti che dialogano tra loro ha cambiato il nostro modo di affrontare le difficoltà quotidiane», ha raccontato una madre.
Un’altra mamma ha sottolineato l’impatto sul percorso del figlio: «Questo progetto non si è limitato a offrire servizi, ma ha costruito un percorso su misura per nostro figlio, rispettando i suoi tempi e valorizzando le sue potenzialità. Questo ha migliorato la sua autonomia e la qualità della vita di tutta la famiglia».
Le testimonianze hanno confermato il valore umano e concreto del modello sperimentato, evidenziando come il lavoro di rete rappresenti un sostegno reale e continuativo per le famiglie.
PROSPETTIVE FUTURE
Il convegno si è chiuso con un impegno preciso: consolidare la Casa di Comunità come riferimento territoriale stabile e rendere strutturali le équipe interistituzionali.
Il modello Crema, grazie alla fiducia costruita tra istituzioni e famiglie, vuole continuare ad essere un punto di riferimento nel panorama regionale per la gestione dell'autismo.
Ultimo aggiornamento: 22/12/2025