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23/09/2023
23/09/2023
"Ama il tuo cuore", i cardiologi incontrano la cittadinanza
“Ama il tuo cuore, i cardiologi incontrano la cittadinanza” è il titolo del convegno promosso dall’Asst di Crema nell’ambito dell’H-open Week sulle Malattie Cardiovascolari di Fondazione Onda. L’appuntamento è per domenica 1 ottobre alle ore 10 nella sala Polenghi dell’Asst (Largo Ugo Dossena,2). Un’occasione per parlare di prevenzione, ma anche un modo per i professionisti dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale per rispondere ai dubbi dei cittadini. Parteciperanno Marco Ambrosetti, direttore dell’unità operativa di Riabilitazione cardiologica dell’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda e Michele Cacucci, direttore dell’unità operativa di cardiologia. Dopo i brevi interventi dal titolo “Prevenire e riabilitare, ecco come prendersi cura del cuore” e “Infarto e patologie valvolari: i consigli del cardiologo”, verrà dato ampio spazio a dubbi e quesiti dei partecipanti.
Quella che sta per iniziare, dal 26 settembre al 2 ottobre, è la terza H-Open Week promossa da Fondazione Onda, in occasione della Giornata mondiale del Cuore, che si celebra il prossimo 29 settembre. L’iniziativa proposta a livello nazionale mira a promuovere l’informazione, la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie cardiovascolari, con un particolare focus su aneurisma aortico addominale, infarto cardiaco e patologie valvolari. Gli ospedali aderenti potranno proporre alla popolazione servizi gratuiti di varia natura dedicati alle malattie cardiovascolari.
Inoltre, a partire dal 13 settembre, è attiva la campagna di sensibilizzazione #TRISDICUORE VINCE LA PREVENZIONE per promuovere la corretta informazione sulle malattie cardiovascolari più comuni in collaborazione con alcune Società scientifiche come GISE, Società Italiana di Cardiologia Interventistica – SICCH, Società Italiana di Chirurgia Cardiaca – SICVE, Società Italiana di Cardiologia Vascolare ed Endovascolare e SIPREC, Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare e con la media partnership di Adnkronos, Baby Magazine, Panorama della Sanità, Salutare e Tecnica Ospedaliera.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 35,8 per cento di tutti i decessi: 38,8 per cento nelle donne e 32,5 per cento negli uomini; si presentano nelle donne con un ritardo di almeno dieci anni rispetto agli uomini, poiché le donne fino alla menopausa sono protette dallo “scudo” ormonale degli estrogeni. In seguito, vengono colpite addirittura più degli uomini da eventi cardiovascolari, spesso tra l’altro più gravi, anche se si manifestano con un quadro clinico meno evidente. Per entrambi i sessi resta però cruciale il ruolo della prevenzione primaria, legata principalmente agli stili di vita, e della diagnosi precoce, in particolare in coloro che presentano fattori di rischio cardiovascolare, quali familiarità, età avanzata, fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, sedentarietà, sovrappeso, obesità, stress.
“Questa iniziativa ha un alto valore sociale con l’obiettivo di sottolineare l’importanza della prevenzione primaria e facilitare l’accesso alla diagnosi precoce, rendendo direttamente fruibili anche prestazioni che in molti casi sono gravate da lunghe liste di attesa. Inoltre, vogliamo aiutare a sfatare l’errata convinzione che le malattie cardiovascolari riguardino soprattutto gli uomini, con la grande maggioranza delle donne che ha una percezione molto bassa dei pericoli correlati a queste patologie. Dato il grande successo e l'alto numero di richieste degli anni scorsi, abbiamo deciso di replicare e quest’anno il focus della settimana di servizi gratuiti è su problematiche cardiache molto diffuse e ancora spesso sottovalutate o non conosciute dalla popolazione come l’aneurisma aortico addominale, l’infarto cardiaco e le patologie valvolari”, commenta Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda.
Sulla stessa linea il direttore generale di Asst Crema, Ida Ramponi, per la quale la prevenzione “resta la modalità migliore per prendersi cura di se stessi. L’iniziativa che abbiamo voluto organizzare intende parlare a tutta la cittadinanza, promuovendo la prevenzione a partire dalla abitudini quotidiane di ciascuno di noi. Ché la prevenzione è, prima di tutto, una questione di educazione. Ecco, quindi, che i nostri professionisti, dopo qualche breve informazione, saranno disponibili all’ascolto e a fornire risposte con l’obiettivo di generare maggiore consapevolezza su patologie molto diffuse, per cui la diagnosi precoce è di fondamentale importanza”.
Sono circa 140 le strutture del network Bollino Rosa che hanno aderito all’iniziativa promossa da Onda a livello nazionale. A partire dal 13 settembre tutti i servizi offerti con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione sono consultabili sul sito www.bollinirosa.it. È possibile selezionare la regione e la provincia di interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti e consultare i servizi offerti.
Fondazione Onda dal 2007 attribuisce agli ospedali che erogano servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili il riconoscimento ”Bollino Rosa”; il network, composto da 354 ospedali dislocati sul territorio nazionale, sostiene Fondazione Onda nel promuovere, anche all’interno degli ospedali, un approccio “di genere” nella definizione e nella programmazione strategica dei servizi clinico-assistenziali, indispensabile per garantire il diritto alla salute non solo delle donne ma anche degli uomini. L’iniziativa, a livello nazionale, è realizzata con il contributo incondizionato di Medtronic.

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21/09/2023
21/09/2023
Fibroscan, uno strumento di ultima generazione per valutare la salute epatica
Un macchinario di ultima generazione in grado di fornire accurate informazioni riguardo alla rigidità del tessuto epatico e della milza e alla presenza di grasso nel fegato. È quello donato dall’Associazione Popolare Crema per il territorio e destinato all’unità operativa di gastroenterologia ed endoscopia digestiva di Asst Crema, diretta dalla professoressa Elisabetta Buscarini. La donazione è stata ufficializzata oggi alla presenza dei vertici di Asst e dell’Associazione guidata da Giorgio Olmo, oltre che dall’equipe medica e infermieristica del reparto. Lo strumento ha un valore complessivo di 90 mila euro e consente di “valutare oggettivamente lo stato di salute epatica”. In particolare, “la misurazione della rigidità del tessuto epatico è utile per rilevare la presenza di malattie croniche del fegato, quali l’epatite cronica o la cirrosi” Come spiega Buscarini: “Tanto il tessuto epatico è indurito, tanto peggiore sarà la prognosi del paziente. Averne un’idea precisa, consente di fare scelte di cura e di sorveglianza più appropriate”.
Il Fibroscan, così si chiama lo strumento donato, rappresenta il miglior test non invasivo per ottenere questa misurazione. In commercio da circa 15 anni, ha offerto una valida alternativa a modalità più invasive di rilevazione, quali, ad esempio, la biopsia del fegato. Simile ad un ecografo “è un’apparecchiatura dotata di una sonda che invia al fegato delle onde. La velocità di propagazione di queste attraverso il tessuto epatico viene elaborata ed espressa in kPa. Tanto più è alto il valore, tanto maggiore è la rigidità del fegato”.
Il dono dell’associazione è importante perché “oltre a dotarci della versione più aggiornata del Fibroscan, ci consente anche di misurare il CAP (coefficiente di attenuazione parenchimale), parametro numerico che rileva la presenza di grasso nel fegato. Quella che ci è stata donata è l’unica macchina in commercio in grado di fornire in modo così accurato e preciso questi due parametri”. Renderli disponibili, in un’epoca caratterizzata da una pandemia di obesità e sovrappeso, è di fondamentale importanza. “Fornire ai pazienti indici accurati può avere un ruolo importante sulla prevenzione e sulla motivazione di ciascuno, tenuto conto dell’importante campagna che il paese sta portando avanti per la promozione di stili di vita salutari e del fatto che purtroppo sovrappeso e obesità non sono più prerogativa del Nord Europa e del Nord America”. “I parametri - ha chiarito il medico Guido Manfredi – vengono rilevati senza alcun fastidio per il paziente attraverso un esame che dura al massimo 15 minuti”. Come ha precisato Flavio Marzoli, Clinical Application Specialist di Echosens Italia “la strumentazione ad oggi non ha competitor, fornisce un’immagine precisa della salute del fegato del paziente grazie alla combinazione di un sistema meccanico ed uno ultrasonico”.
Dall’Asst di Crema sono giunti sentiti ringraziamenti all’Associazione Popolare per il territorio e al Banco Bpm. “Esprimiamo un vivo e costante ringraziamento all’Associazione Crema Popolare per il territorio e al Banco Bpm per la generosità dimostrata nei riguardi del nostro ospedale” ha dichiarato il direttore generale Ida Ramponi. “Questa donazione consente di mantenere il livello d’eccellenza dell’unità operativa, grazie ad un aggiornamento della strumentazione e alla professionalità dell’equipe medica ed infermieristica”. Per il direttore sanitario Roberto Sfogliarini, “questo dono offre un importante supporto ad una struttura che sempre più punta al miglioramento delle cure attraverso l’innovazione tecnologica da un lato e la multidisciplinarietà e la competenza dei professionisti dall’altro”.
La strumentazione si aggiunge a quelle già donate dall’Associazione all’ospedale Maggiore e mira ad aumentare ulteriormente la capacità di servizio del reparto diretto da Buscarini a favore del pubblico. L’Associazione Popolare Crema, tra gli ambiti costitutivi la propria missione a servizio della comunità cremasca, dedica un’attenzione costante ai settori della sanità e della salute. Nel triennio 2021-23 le risorse che l’Associazione Popolare Crema ha destinato all’Ospedale Maggiore ammontano complessivamente a quasi 500 mila euro: una testimonianza concreta di come la collaborazione con l’Ospedale costituisca una delle più rilevanti tra quelle che l’Associazione sostiene e realizza a favore del Cremasco, in collaborazione con il Banco Bpm.
Giorgio Olmo, Presidente dell’Associazione Popolare Crema per il Territorio, a margine di quest’ultima donazione commenta: “l’Ospedale Maggiore di Crema è un’eccellenza del nostro territorio e giustamente interpreta un ruolo sempre più rilevante nell’orizzonte della sanità regionale. Siamo per questo soddisfatti ogni volta che possiamo contribuire alla crescita della struttura, dei suoi reparti, delle sue capacità di intervento e accessibilità nei confronti di un’utenza sempre più vasta”.

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21/09/2023
21/09/2023
Cinque elettrocardiografi portatili alla cardiologia
“Un contributo attivo per migliorare la qualità della diagnostica aritmologica domiciliare”. Così il direttore dell’unità operativa di cardiologia di Asst Crema, Michele Cacucci, ha accolto la donazione di cinque elettrocardiografi portatili da parte di Pfizer. La strumentazione, del valore complessivo di 992,48 euro, “offre la possibilità di monitorare pazienti al domicilio per un periodo più lungo rispetto ai tradizionali holter cardiaci”. Risulta particolarmente utile nella diagnosi e nel follow up di pazienti con fibrillazione atriale, “una patologia in aumento soprattutto tra gli over 75. Nel Cremasco in pronto soccorso accogliamo circa 700 persone l’anno con questa diagnosi”.
Al paziente verrà richiesto di scaricare un’app sul proprio smartphone al fine di rendere possibile il monitoraggio e di comunicare eventuali malesseri in tempo reale al cardiologo. “Questa strumentazione ci consente di creare un contatto costante con i pazienti, attraverso una postazione appositamente creata in reparto e deputata al monitoraggio ”. Ringrazìamenti sono giunti anche dal direttore generale Ida Ramponi per la quale “la compliance del paziente è fondamentale per la buona riuscita di un percorso di cura”.
Per Giovanni Convertini, health solutions partner di Pfizer, gli elettrocardiografi donati sono “una strumentazione innovativa di cui spesso gli ospedali pubblici non dispongono. Abbiamo scelto di fare questo dono all’ospedale di Crema perché dispone di un’elettrofisiologia all’avanguardia ed è in grado di interpretare al meglio i dati forniti per una presa in carico personalizzata”. Tante potranno essere le applicazioni di questi strumenti: “intanto, consentendo un monitoraggio più lungo permette di diagnosticare anche i pazienti più sfuggenti. Non solo, potranno essere impiegati nel corso di open day per un’attività di prevenzione ed infine consentiranno una buona collaborazione con la medicina di territorio”.

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12/09/2023
12/09/2023
Con gli stessi occhi, cure oncologiche al domicilio per persone con disabilità
Partirà dal prossimo 14 settembre il nuovo progetto di oncologia domiciliare proposto dall’unità operativa diretta da Gianluca Tomasello. Voluto ed ideato dall’oncologo Salvatore Incardona, intende offrire cure oncologiche attive a casa del paziente che presenti disabilità motorie o fragilità che ne rendano difficile l’accesso alle strutture sanitarie. I pazienti riceveranno una valutazione per conoscere il livello di fragilità basata sull’età, il grado di disabilità motoria e psichica, lo stato nutrizionale, la presenza di patologie concomitanti a quella tumorale.
Il percorso domiciliare verrà proposto ai pazienti con fragilità in terapia orale, sottocutanee o intramuscolari. Prevede l’attivazione dell’ADI, in base ai percorsi già strutturati sul territorio, per l’esecuzione di prelievi (che verranno effettuati il giorno precedente la visita domiciliare) e per eventuali medicazioni, oltre alla valutazione clinica da parte dell’oncologo (il pomeriggio successivo al prelievo, solitamente il giovedì dalle 13 alle18) con la consegna degli esami ematici e dei farmaci orali o la somministrazione di terapie intramuscolari o sottocutanee. Verrà istituita una agenda dedicata e, del percorso in essere, verrà informato il medico di medicina generale.
“Con gli stessi occhi – spiega Incardona – è una risposta concreta data da un’oncologia che non può essere solo ospedaliera, ma che si reca a casa del paziente e modula la cura tenendo conto delle esigenze manifestate. Perché ognuno ha diritto alle cure, anche e soprattutto quando presenta disabilità, precedenti la diagnosi di tumore o causate dal tumore stesso. Questo progetto è espressione della volontà di curare finalmente ogni persona superando le barriere.
Si tratta di un ulteriore passo avanti nell’ambito di una sanità che vuole farsi sempre più prossima. “Un modo – chiarisce con soddisfazione il primario Gianluca Tomasello – per prendersi cura delle persone al domicilio, potendo contare sulla competenza e l’umanità di un nostro specialista”. “La cura della persona che presenta un tumore va declinata tenendo conto di tutti gli aspetti che contribuiscono al suo benessere. Vista con gli occhi di chi è ammalato, si comprende bene quale grande valore abbia la possibilità di potersi curare nel proprio luogo di vita quotidiana, potendo condividere con le persone significative il tempo della malattia. E’ proprio da queste considerazione che nasce l’idea di pensare a un’oncologia vista dagli occhi della persona ammalata di tumore, un’oncologia pensata per curare puntando alla qualità della vita” conclude Incardona.

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10/09/2023
10/09/2023
Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, 'i giovani ci chiedono aiuto, è nostro dovere ascoltarli'
La prevenzione passa da una presa in carico globale delle fragilità. “Consiste nella possibilità di accogliere il disagio multiforme dei giovani, di poter offrire spazi, momenti di ascolto e modelli che possano incentivare i ragazzi a vincere il senso di vuoto ed inadeguatezza che manifestano. Passa necessariamente da un lavoro di rete tra i consultori, i comuni, le strutture di neuropsichiatria infantile, le scuole e la famiglia e tutte le realtà che si occupano di adolescenti a vario titolo”. Come a dire, da soli non si va lontano. La risposta alla problematica del disagio giovanile deve essere corale per essere efficace. É questo il messaggio che l’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’infanzia e dell’adolescenza di Asst Crema vuole diffondere in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, che si celebra domenica 10 settembre.
Come raccontano le neuropsichiatre infantili Alessandra Foppa Pedretti e Vera Cerioli: “il Covid ha determinato un aumento delle situazioni critiche e un’impennata degli accessi in pronto soccorso, quasi triplicati rispetto all’epoca pre Covid. L’intenzionalità e la progettualità suicidaria nei più giovani si collocano all’interno di un ventaglio eterogeneo di sintomi quali la disregolazione emotiva e comportamentale, il disturbo del comportamento alimentare, forme di autolesionismo, ritiro sociale. “Il tentato suicidio resta un segnale d’allarme da non sottovalutare. È un messaggio che i più giovani vogliono lanciare. È il tentativo di far comprendere la propria situazione di disagio, richiamando l’attenzione su di sé, senza realmente comprendere fino in fondo il rischio connesso a determinati gesti”. Un fenomeno irrimediabilmente legato all’intenzionalità suicidaria è quello dell’autolesionismo. “Molti studi elaborati in paesi anglosassoni anche pre Covid hanno dimostrato come il permanere di una sintomatologia di autolesionismo sia connessa ad un aumento della progettualità suicidaria, soprattutto tra le ragazze”.
Di certo, la pandemia ha esacerbato situazioni di disagio. “La convivenza forzata ha portato ad una esplosione della sintomatologia, tenendo conto che in alcuni periodi l’accesso in pronto soccorso poteva rappresentare l’unica occasione per farsi ascoltare”. Sono state per lo più le ragazze a chiedere aiuto per sintomi quali l’ideazione suicidaria e il tentato suicidio.“I ragazzi esprimono il proprio malessere con altre modalità: comportamenti devianti, risse, conflitti, uso di sostanze”. Tra le difficoltà manifestate anche “stati di ansia e di panico per il futuro”.
Da padroni, l’hanno fatta anche i social network. “In un momento in cui rappresentavano una delle poche occasioni di relazione, per alcuni sono stati veicolo di modelli disfunzionali, determinando soprattutto tra i più giovani il sorgere di disturbi alimentari, diversi da quelli classici. In questo tempo il disturbo alimentare ha perso i connotati che tutti conosciamo. All’anoressia nervosa., alla bulimia o a forme di binge eating si affiancano forme di vigoressia (ossessione per un fisico perfetto) e ortoressia (ossessione verso forme di sana alimentazione), che meritano attenzione “perché potrebbero essere cicliche”.
Prevenzione è anche continuità nella presa in carico. “In epoca post Covid, quanto ad accessi in regime di urgenza possiamo dire di essere tornati alla normalità, ma dobbiamo fare in modo che certi messaggi non cadano inascoltati, che i giovani non si affatichino nella raggiungimento di modelli irraggiungibili veicolati dai social, ma possano trovare ascolto, comprensione e realizzazione nella quotidianità”. Dobbiamo farlo, in un’epoca in cui il suicidio è la quarta causa di morte nel mondo per i giovani tra i 15 ed i 29 anni.

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23/09/2023
23/09/2023
"Ama il tuo cuore", i cardiologi incontrano la cittadinanza
“Ama il tuo cuore, i cardiologi incontrano la cittadinanza” è il titolo del convegno promosso dall’Asst di Crema nell’ambito dell’H-open Week sulle Malattie Cardiovascolari di Fondazione Onda. L’appuntamento è per domenica 1 ottobre alle ore 10 nella sala Polenghi dell’Asst (Largo Ugo Dossena,2). Un’occasione per parlare di prevenzione, ma anche un modo per i professionisti dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale per rispondere ai dubbi dei cittadini. Parteciperanno Marco Ambrosetti, direttore dell’unità operativa di Riabilitazione cardiologica dell’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda e Michele Cacucci, direttore dell’unità operativa di cardiologia. Dopo i brevi interventi dal titolo “Prevenire e riabilitare, ecco come prendersi cura del cuore” e “Infarto e patologie valvolari: i consigli del cardiologo”, verrà dato ampio spazio a dubbi e quesiti dei partecipanti.
Quella che sta per iniziare, dal 26 settembre al 2 ottobre, è la terza H-Open Week promossa da Fondazione Onda, in occasione della Giornata mondiale del Cuore, che si celebra il prossimo 29 settembre. L’iniziativa proposta a livello nazionale mira a promuovere l’informazione, la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie cardiovascolari, con un particolare focus su aneurisma aortico addominale, infarto cardiaco e patologie valvolari. Gli ospedali aderenti potranno proporre alla popolazione servizi gratuiti di varia natura dedicati alle malattie cardiovascolari.
Inoltre, a partire dal 13 settembre, è attiva la campagna di sensibilizzazione #TRISDICUORE VINCE LA PREVENZIONE per promuovere la corretta informazione sulle malattie cardiovascolari più comuni in collaborazione con alcune Società scientifiche come GISE, Società Italiana di Cardiologia Interventistica – SICCH, Società Italiana di Chirurgia Cardiaca – SICVE, Società Italiana di Cardiologia Vascolare ed Endovascolare e SIPREC, Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare e con la media partnership di Adnkronos, Baby Magazine, Panorama della Sanità, Salutare e Tecnica Ospedaliera.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 35,8 per cento di tutti i decessi: 38,8 per cento nelle donne e 32,5 per cento negli uomini; si presentano nelle donne con un ritardo di almeno dieci anni rispetto agli uomini, poiché le donne fino alla menopausa sono protette dallo “scudo” ormonale degli estrogeni. In seguito, vengono colpite addirittura più degli uomini da eventi cardiovascolari, spesso tra l’altro più gravi, anche se si manifestano con un quadro clinico meno evidente. Per entrambi i sessi resta però cruciale il ruolo della prevenzione primaria, legata principalmente agli stili di vita, e della diagnosi precoce, in particolare in coloro che presentano fattori di rischio cardiovascolare, quali familiarità, età avanzata, fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, sedentarietà, sovrappeso, obesità, stress.
“Questa iniziativa ha un alto valore sociale con l’obiettivo di sottolineare l’importanza della prevenzione primaria e facilitare l’accesso alla diagnosi precoce, rendendo direttamente fruibili anche prestazioni che in molti casi sono gravate da lunghe liste di attesa. Inoltre, vogliamo aiutare a sfatare l’errata convinzione che le malattie cardiovascolari riguardino soprattutto gli uomini, con la grande maggioranza delle donne che ha una percezione molto bassa dei pericoli correlati a queste patologie. Dato il grande successo e l'alto numero di richieste degli anni scorsi, abbiamo deciso di replicare e quest’anno il focus della settimana di servizi gratuiti è su problematiche cardiache molto diffuse e ancora spesso sottovalutate o non conosciute dalla popolazione come l’aneurisma aortico addominale, l’infarto cardiaco e le patologie valvolari”, commenta Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda.
Sulla stessa linea il direttore generale di Asst Crema, Ida Ramponi, per la quale la prevenzione “resta la modalità migliore per prendersi cura di se stessi. L’iniziativa che abbiamo voluto organizzare intende parlare a tutta la cittadinanza, promuovendo la prevenzione a partire dalla abitudini quotidiane di ciascuno di noi. Ché la prevenzione è, prima di tutto, una questione di educazione. Ecco, quindi, che i nostri professionisti, dopo qualche breve informazione, saranno disponibili all’ascolto e a fornire risposte con l’obiettivo di generare maggiore consapevolezza su patologie molto diffuse, per cui la diagnosi precoce è di fondamentale importanza”.
Sono circa 140 le strutture del network Bollino Rosa che hanno aderito all’iniziativa promossa da Onda a livello nazionale. A partire dal 13 settembre tutti i servizi offerti con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione sono consultabili sul sito www.bollinirosa.it. È possibile selezionare la regione e la provincia di interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti e consultare i servizi offerti.
Fondazione Onda dal 2007 attribuisce agli ospedali che erogano servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili il riconoscimento ”Bollino Rosa”; il network, composto da 354 ospedali dislocati sul territorio nazionale, sostiene Fondazione Onda nel promuovere, anche all’interno degli ospedali, un approccio “di genere” nella definizione e nella programmazione strategica dei servizi clinico-assistenziali, indispensabile per garantire il diritto alla salute non solo delle donne ma anche degli uomini. L’iniziativa, a livello nazionale, è realizzata con il contributo incondizionato di Medtronic.

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21/09/2023
21/09/2023
Fibroscan, uno strumento di ultima generazione per valutare la salute epatica
Un macchinario di ultima generazione in grado di fornire accurate informazioni riguardo alla rigidità del tessuto epatico e della milza e alla presenza di grasso nel fegato. È quello donato dall’Associazione Popolare Crema per il territorio e destinato all’unità operativa di gastroenterologia ed endoscopia digestiva di Asst Crema, diretta dalla professoressa Elisabetta Buscarini. La donazione è stata ufficializzata oggi alla presenza dei vertici di Asst e dell’Associazione guidata da Giorgio Olmo, oltre che dall’equipe medica e infermieristica del reparto. Lo strumento ha un valore complessivo di 90 mila euro e consente di “valutare oggettivamente lo stato di salute epatica”. In particolare, “la misurazione della rigidità del tessuto epatico è utile per rilevare la presenza di malattie croniche del fegato, quali l’epatite cronica o la cirrosi” Come spiega Buscarini: “Tanto il tessuto epatico è indurito, tanto peggiore sarà la prognosi del paziente. Averne un’idea precisa, consente di fare scelte di cura e di sorveglianza più appropriate”.
Il Fibroscan, così si chiama lo strumento donato, rappresenta il miglior test non invasivo per ottenere questa misurazione. In commercio da circa 15 anni, ha offerto una valida alternativa a modalità più invasive di rilevazione, quali, ad esempio, la biopsia del fegato. Simile ad un ecografo “è un’apparecchiatura dotata di una sonda che invia al fegato delle onde. La velocità di propagazione di queste attraverso il tessuto epatico viene elaborata ed espressa in kPa. Tanto più è alto il valore, tanto maggiore è la rigidità del fegato”.
Il dono dell’associazione è importante perché “oltre a dotarci della versione più aggiornata del Fibroscan, ci consente anche di misurare il CAP (coefficiente di attenuazione parenchimale), parametro numerico che rileva la presenza di grasso nel fegato. Quella che ci è stata donata è l’unica macchina in commercio in grado di fornire in modo così accurato e preciso questi due parametri”. Renderli disponibili, in un’epoca caratterizzata da una pandemia di obesità e sovrappeso, è di fondamentale importanza. “Fornire ai pazienti indici accurati può avere un ruolo importante sulla prevenzione e sulla motivazione di ciascuno, tenuto conto dell’importante campagna che il paese sta portando avanti per la promozione di stili di vita salutari e del fatto che purtroppo sovrappeso e obesità non sono più prerogativa del Nord Europa e del Nord America”. “I parametri - ha chiarito il medico Guido Manfredi – vengono rilevati senza alcun fastidio per il paziente attraverso un esame che dura al massimo 15 minuti”. Come ha precisato Flavio Marzoli, Clinical Application Specialist di Echosens Italia “la strumentazione ad oggi non ha competitor, fornisce un’immagine precisa della salute del fegato del paziente grazie alla combinazione di un sistema meccanico ed uno ultrasonico”.
Dall’Asst di Crema sono giunti sentiti ringraziamenti all’Associazione Popolare per il territorio e al Banco Bpm. “Esprimiamo un vivo e costante ringraziamento all’Associazione Crema Popolare per il territorio e al Banco Bpm per la generosità dimostrata nei riguardi del nostro ospedale” ha dichiarato il direttore generale Ida Ramponi. “Questa donazione consente di mantenere il livello d’eccellenza dell’unità operativa, grazie ad un aggiornamento della strumentazione e alla professionalità dell’equipe medica ed infermieristica”. Per il direttore sanitario Roberto Sfogliarini, “questo dono offre un importante supporto ad una struttura che sempre più punta al miglioramento delle cure attraverso l’innovazione tecnologica da un lato e la multidisciplinarietà e la competenza dei professionisti dall’altro”.
La strumentazione si aggiunge a quelle già donate dall’Associazione all’ospedale Maggiore e mira ad aumentare ulteriormente la capacità di servizio del reparto diretto da Buscarini a favore del pubblico. L’Associazione Popolare Crema, tra gli ambiti costitutivi la propria missione a servizio della comunità cremasca, dedica un’attenzione costante ai settori della sanità e della salute. Nel triennio 2021-23 le risorse che l’Associazione Popolare Crema ha destinato all’Ospedale Maggiore ammontano complessivamente a quasi 500 mila euro: una testimonianza concreta di come la collaborazione con l’Ospedale costituisca una delle più rilevanti tra quelle che l’Associazione sostiene e realizza a favore del Cremasco, in collaborazione con il Banco Bpm.
Giorgio Olmo, Presidente dell’Associazione Popolare Crema per il Territorio, a margine di quest’ultima donazione commenta: “l’Ospedale Maggiore di Crema è un’eccellenza del nostro territorio e giustamente interpreta un ruolo sempre più rilevante nell’orizzonte della sanità regionale. Siamo per questo soddisfatti ogni volta che possiamo contribuire alla crescita della struttura, dei suoi reparti, delle sue capacità di intervento e accessibilità nei confronti di un’utenza sempre più vasta”.

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21/09/2023
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Cinque elettrocardiografi portatili alla cardiologia
“Un contributo attivo per migliorare la qualità della diagnostica aritmologica domiciliare”. Così il direttore dell’unità operativa di cardiologia di Asst Crema, Michele Cacucci, ha accolto la donazione di cinque elettrocardiografi portatili da parte di Pfizer. La strumentazione, del valore complessivo di 992,48 euro, “offre la possibilità di monitorare pazienti al domicilio per un periodo più lungo rispetto ai tradizionali holter cardiaci”. Risulta particolarmente utile nella diagnosi e nel follow up di pazienti con fibrillazione atriale, “una patologia in aumento soprattutto tra gli over 75. Nel Cremasco in pronto soccorso accogliamo circa 700 persone l’anno con questa diagnosi”.
Al paziente verrà richiesto di scaricare un’app sul proprio smartphone al fine di rendere possibile il monitoraggio e di comunicare eventuali malesseri in tempo reale al cardiologo. “Questa strumentazione ci consente di creare un contatto costante con i pazienti, attraverso una postazione appositamente creata in reparto e deputata al monitoraggio ”. Ringrazìamenti sono giunti anche dal direttore generale Ida Ramponi per la quale “la compliance del paziente è fondamentale per la buona riuscita di un percorso di cura”.
Per Giovanni Convertini, health solutions partner di Pfizer, gli elettrocardiografi donati sono “una strumentazione innovativa di cui spesso gli ospedali pubblici non dispongono. Abbiamo scelto di fare questo dono all’ospedale di Crema perché dispone di un’elettrofisiologia all’avanguardia ed è in grado di interpretare al meglio i dati forniti per una presa in carico personalizzata”. Tante potranno essere le applicazioni di questi strumenti: “intanto, consentendo un monitoraggio più lungo permette di diagnosticare anche i pazienti più sfuggenti. Non solo, potranno essere impiegati nel corso di open day per un’attività di prevenzione ed infine consentiranno una buona collaborazione con la medicina di territorio”.

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12/09/2023
12/09/2023
Con gli stessi occhi, cure oncologiche al domicilio per persone con disabilità
Partirà dal prossimo 14 settembre il nuovo progetto di oncologia domiciliare proposto dall’unità operativa diretta da Gianluca Tomasello. Voluto ed ideato dall’oncologo Salvatore Incardona, intende offrire cure oncologiche attive a casa del paziente che presenti disabilità motorie o fragilità che ne rendano difficile l’accesso alle strutture sanitarie. I pazienti riceveranno una valutazione per conoscere il livello di fragilità basata sull’età, il grado di disabilità motoria e psichica, lo stato nutrizionale, la presenza di patologie concomitanti a quella tumorale.
Il percorso domiciliare verrà proposto ai pazienti con fragilità in terapia orale, sottocutanee o intramuscolari. Prevede l’attivazione dell’ADI, in base ai percorsi già strutturati sul territorio, per l’esecuzione di prelievi (che verranno effettuati il giorno precedente la visita domiciliare) e per eventuali medicazioni, oltre alla valutazione clinica da parte dell’oncologo (il pomeriggio successivo al prelievo, solitamente il giovedì dalle 13 alle18) con la consegna degli esami ematici e dei farmaci orali o la somministrazione di terapie intramuscolari o sottocutanee. Verrà istituita una agenda dedicata e, del percorso in essere, verrà informato il medico di medicina generale.
“Con gli stessi occhi – spiega Incardona – è una risposta concreta data da un’oncologia che non può essere solo ospedaliera, ma che si reca a casa del paziente e modula la cura tenendo conto delle esigenze manifestate. Perché ognuno ha diritto alle cure, anche e soprattutto quando presenta disabilità, precedenti la diagnosi di tumore o causate dal tumore stesso. Questo progetto è espressione della volontà di curare finalmente ogni persona superando le barriere.
Si tratta di un ulteriore passo avanti nell’ambito di una sanità che vuole farsi sempre più prossima. “Un modo – chiarisce con soddisfazione il primario Gianluca Tomasello – per prendersi cura delle persone al domicilio, potendo contare sulla competenza e l’umanità di un nostro specialista”. “La cura della persona che presenta un tumore va declinata tenendo conto di tutti gli aspetti che contribuiscono al suo benessere. Vista con gli occhi di chi è ammalato, si comprende bene quale grande valore abbia la possibilità di potersi curare nel proprio luogo di vita quotidiana, potendo condividere con le persone significative il tempo della malattia. E’ proprio da queste considerazione che nasce l’idea di pensare a un’oncologia vista dagli occhi della persona ammalata di tumore, un’oncologia pensata per curare puntando alla qualità della vita” conclude Incardona.

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10/09/2023
10/09/2023
Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, 'i giovani ci chiedono aiuto, è nostro dovere ascoltarli'
La prevenzione passa da una presa in carico globale delle fragilità. “Consiste nella possibilità di accogliere il disagio multiforme dei giovani, di poter offrire spazi, momenti di ascolto e modelli che possano incentivare i ragazzi a vincere il senso di vuoto ed inadeguatezza che manifestano. Passa necessariamente da un lavoro di rete tra i consultori, i comuni, le strutture di neuropsichiatria infantile, le scuole e la famiglia e tutte le realtà che si occupano di adolescenti a vario titolo”. Come a dire, da soli non si va lontano. La risposta alla problematica del disagio giovanile deve essere corale per essere efficace. É questo il messaggio che l’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’infanzia e dell’adolescenza di Asst Crema vuole diffondere in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, che si celebra domenica 10 settembre.
Come raccontano le neuropsichiatre infantili Alessandra Foppa Pedretti e Vera Cerioli: “il Covid ha determinato un aumento delle situazioni critiche e un’impennata degli accessi in pronto soccorso, quasi triplicati rispetto all’epoca pre Covid. L’intenzionalità e la progettualità suicidaria nei più giovani si collocano all’interno di un ventaglio eterogeneo di sintomi quali la disregolazione emotiva e comportamentale, il disturbo del comportamento alimentare, forme di autolesionismo, ritiro sociale. “Il tentato suicidio resta un segnale d’allarme da non sottovalutare. È un messaggio che i più giovani vogliono lanciare. È il tentativo di far comprendere la propria situazione di disagio, richiamando l’attenzione su di sé, senza realmente comprendere fino in fondo il rischio connesso a determinati gesti”. Un fenomeno irrimediabilmente legato all’intenzionalità suicidaria è quello dell’autolesionismo. “Molti studi elaborati in paesi anglosassoni anche pre Covid hanno dimostrato come il permanere di una sintomatologia di autolesionismo sia connessa ad un aumento della progettualità suicidaria, soprattutto tra le ragazze”.
Di certo, la pandemia ha esacerbato situazioni di disagio. “La convivenza forzata ha portato ad una esplosione della sintomatologia, tenendo conto che in alcuni periodi l’accesso in pronto soccorso poteva rappresentare l’unica occasione per farsi ascoltare”. Sono state per lo più le ragazze a chiedere aiuto per sintomi quali l’ideazione suicidaria e il tentato suicidio.“I ragazzi esprimono il proprio malessere con altre modalità: comportamenti devianti, risse, conflitti, uso di sostanze”. Tra le difficoltà manifestate anche “stati di ansia e di panico per il futuro”.
Da padroni, l’hanno fatta anche i social network. “In un momento in cui rappresentavano una delle poche occasioni di relazione, per alcuni sono stati veicolo di modelli disfunzionali, determinando soprattutto tra i più giovani il sorgere di disturbi alimentari, diversi da quelli classici. In questo tempo il disturbo alimentare ha perso i connotati che tutti conosciamo. All’anoressia nervosa., alla bulimia o a forme di binge eating si affiancano forme di vigoressia (ossessione per un fisico perfetto) e ortoressia (ossessione verso forme di sana alimentazione), che meritano attenzione “perché potrebbero essere cicliche”.
Prevenzione è anche continuità nella presa in carico. “In epoca post Covid, quanto ad accessi in regime di urgenza possiamo dire di essere tornati alla normalità, ma dobbiamo fare in modo che certi messaggi non cadano inascoltati, che i giovani non si affatichino nella raggiungimento di modelli irraggiungibili veicolati dai social, ma possano trovare ascolto, comprensione e realizzazione nella quotidianità”. Dobbiamo farlo, in un’epoca in cui il suicidio è la quarta causa di morte nel mondo per i giovani tra i 15 ed i 29 anni.
