Rete delle malattie rare

L'ASST di Crema fa parte della rete regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi, la terapia delle malattie rare. 

In base alla normativa vigente, i presidi della Rete delle Malattie Rare sono individuati tra quelli in possesso di: 

  • documentata esperienza in attività diagnostica e terapeutica specifica per le malattie rare o per i gruppi di malattie rare
  • idonea dotazione di strutture di supporto e di servizi complementari 
  • servizi per l'emergenza e per la diagnostica biochimica e genetico molecolare per le malattie che lo richiedono

Secondo quanto riportato dal portale delle Malattie Rare del Ministero della Salute in Europa una malattia si definisce rara quando colpisce non più di 5 individui ogni 10mila persone.

LE MALATTIE RARE TRATTATE DA ASST CREMA 

Le malattie rare trattate da ASST CREMA sono le seguenti: 

  • Malattie del metabolismo
    • Difetti congeniti del metabolismo e del trasporto del ferro 
  • Malattie del sangue e degli organi ematopoietici
    • Piastrinopatie autoimmuni primarie croniche 
    • Sindromi mielodisplastiche
  • Malattie del sistema nervoso centrale e periferico 
    • Sclerosi laterale amiotrofica
    • Sclerosi laterale primaria 
    • Polineuropatia cronica infiammatoria demielinizzante 
    • Distonie primarie 
    • Distonia di torsione idiopatica 
    • Sindromi miasteniche congenite e disimmuni 
  • Malattie del sistema circolatorio
    • Teleangectasia emorragica ereditaria
  • Malattie dell'apparato respiratorio
    • Sarcoidosi 
    • Malattie interstiziali polmonari primitive
  • Malformazioni congenite, cromospatie e sindromi genetiche 
    • Malattia di Caroli 
    • Sindrome di Ehlers - Danlos 

Il referente aziendale per le malattie rare è la prof.ssa Elisabetta Buscarini

Maggiori informazioni nelle sezioni dedicate a fondo pagina

Responsabile della pubblicazione: Comunicazione

Ultimo aggiornamento: 10/01/2024

 

DIFETTI CONGENITI DEL METABOLISMO E DEL TRASPORTO DEL FERRO

I difetti congeniti del metabolismo del ferro sono caratterizzati da alterazioni primarie dei meccanismi di regolazione dell’omeostasi del ferro. Con il termine omeostasi si intende l'equilibrio tra ferro assorbito e ferro utilizzato dall'organismo per il suo funzionamento.

Il più frequente difetto congenito del metabolismo del ferro è l'emocromatosi ereditaria, malattia genetica causata dall'alterazione di geni situati sul cromosoma 6 che vanno incontro a mutazioni a causa delle quali il paziente assorbe più ferro di quanto ne utilizza.

II ferro in eccesso va a depositarsi, in una forma proteica chiamata ferritina, a livello di alcuni organi e tessuti determinandone alterazioni particolari

L'accumulo può avvenire a livello

  • del fegato (causandone un danno progressivo che negli anni può arrivare fino alla cirrosi epatica e all'epatocarcinoma)
  • del pancreas, dove danneggia le cellule che producono insulina causando il diabete
  • del cuore, dove l'accumulo di ferro porta alla riduzione della capacità contrattile causando così uno scompenso cardiaco che può divenire refrattario ai trattamenti cardiologici
  • di alcune ghiandole endocrine (in particolare la tiroide) causandone il malfunzionamento (frequente l'ipotiroidismo)
  • della pelle, dove causa una iperpigmentazione che fa definire il colore della pelle "bronzino"

Oggi è estremamente raro osservare i quadri conclamati della malattia in quanto viene spesso riconosciuta precocemente tramite il semplice dosaggio su prelievo di sangue della ferritina (che appare aumentata). Se si associa il dosaggio della ferritina al dosaggio del ferro e della transferrina, si può già avere una idea se ci si trovi davanti a una malattia congenita oppure ad altre forme meno dannose di iperferritinemia

Il trattamento, diretto alla prevenzione delle complicanze sopra riportate, è relativamente semplice e consiste nella effettuazione di salassi periodici che permettono di abbassare i valori di ferritina: dato che l’organismo perde ferro attraverso le perdite di sangue, la rimozione di sangue tramite i salassi periodici, abbassando i valori di ferritina, previene il danno da accumulo di ferro nell’organismo.

Codice: RCG100

Referente: dott. ALESSANDRO INZOLI 

Telefono: 0373-280075

PIASTRINOPATIE AUTOIMMUNI PRIMARIE CRONICHE 

Le malattie autoimmuni sono disordini del sistema immunitario causate da una alterazione dello stesso che, anziché difenderci dagli agenti esterni (batteri, virus, microrganismi in genere), riconosce impropriamente come “estranei” e quindi potenzialmente “dannosi” alcuni componenti interni. Nel caso delle piastrinopatie autoimmuni sono le piastrine ad essere riconosciute come estranee e pertanto il sistema immunitario produce anticorpi contro queste cellule fondamentali per la riparazione delle ferite, la coagulazione del sangue e la prevenzione delle emorragie causandone una riduzione.

Chi viene colpito da questa malattia ha bassi valori di piastrine nel sangue (dato rilevabile con un semplice esame del sangue detto “esame emocromocitometrico” o, più semplicemente “emocromo”). Se i valori sono troppo bassi (piastrinopenia < 20.000 /mmc a fronte di valori normali compresi tra 150.000 e 400.000/mmc) il paziente rischia la comparsa di sanguinamenti spontanei (petecchie ed ematomi, cioè rottura di piccoli o medi capillari cutanei, epistassi , fuoriuscita di sangue dal naso, melena, l' emorragia del tratto digestivo, fino alla rara ma potenzialmente fatale emorragia cerebrale).

Il trattamento di questa malattia si avvale in prima battuta dei cortisonici, da iniziare ad alte dosi e progressivamente ridurre fino a sospensione nel giro di pochi mesi. Questo trattamento è in grado però di risolvere definitivamente non più del 30-40% dei casi, a volte però riportando solo la conta delle piastrine a valori di sicurezza relativa (> 30.000/mmc) e non a valori normali. Nella maggior parte dei casi la malattia purtroppo si cronicizza (si definisce “cronica” quando il paziente ne è affetto da almeno un anno, ed è solo da allora che viene riconosciuta l’esenzione per patologia rara). Quando il cortisone fallisce vi sono diverse opzioni terapeutiche tra cui nuovi farmaci (cosiddetti trombopoietino-mimetici perché simulano l’ormone che stimola che la produzione delle piastrine) e anche la splenectomia (asportazione chirurgica della milza, che è la sede di distruzione delle piastrine ricoperte dagli anticorpi impropriamente prodotti dal sistema immunitario). Sarà lo specialista ematologo, in base alle diverse situazioni cliniche a scegliere e concordare con il paziente il trattamento più appropriato per la forma da cui la persona è affetta e a gestirne gli eventuali effetti collaterali

Codice: RDG031

Referente: dott. ALESSANDRO INZOLI

Telefono: 0373-280075

 

SINDROMI MIELODISPLASTICHE

Le sindromi mielodisplastiche sono un gruppo di disordini del midollo osseo caratterizzati dal “malfunzionamento” dello stesso. Il midollo osseo è l’organo che produce le cellule del sangue (i globuli rossi, cioè le cellule che trasportano l’ossigeno ai tessuti; i globuli bianchi, le cellule che ci difendono dalle infezioni e le piastrine, le cellule che intervengono per prime a bloccare i sanguinamenti e iniziare quindi la riparazione delle ferite). Il processo di produzione di queste cellule nel midollo viene detto “mielopoiesi”. Nel corso della vita può capitare che, a causa della comparsa di mutazioni di geni e/o alterazioni di interi cromosomi, il processo vada incontro a vari gradi di “malfunzionamento” causando in questo modo una mielodisplasia. Trattasi generalmente di malattie che colpiscono in età avanzata (nella maggior parte dei casi oltre i 65 anni)

Il quadro viene sospettato principalmente in base ad alterazioni (generalmente riduzione) del numero delle stesse cellule riscontrato attraverso un semplice esame del sangue (emocromo). Vi possono essere alterazioni di una sola, due oppure tutte linee cellulari interessate in maniera più o meno severa. La diagnosi di questa malattia richiede l’effettuazione di una valutazione del midollo osseo attraverso una procedura, che necessita di anestesia locale, di aspirazione del sangue midollare (mieloaspirato). Serve per la valutazione morfologica dei precursori delle cellule del sangue che appaiono generalmente alterati. L’aspirato midollare serve anche per una valutazione della presenza o meno di anomalie dei cromosomi degli stessi precursori (cosiddetto “cariotipo” midollare) e per la valutazione della presenza o meno di mutazioni particolari di singoli geni. All’aspirato midollare viene frequentemente associata, sempre in anestesia locale durante la stessa seduta, l’esecuzione di una biopsia del midollo osseo (biopsia osteomidollare), il prelievo cioè di un frammento osseo per l’esame istologico che valuta non solo le cellule ma tutta l’architettura del tessuto midollare.

Quando si parla di mielodisplasie si parla di un gruppo eterogeneo di malattie che vanno da forme più lievi e stabili nel tempo a forme più severe caratterizzate da un alto rischio di evoluzione in forme di leucemia difficilmente curabili. Anche il trattamento è diverso in base alla forma riscontrata e può andare dalla semplice osservazione clinica e monitoraggio degli esami del paziente fino al trapianto di midollo osseo da donatore compatibile.

Tra questi due estremi (sola osservazione e trapianto di midollo) esiste una ampia gamma di trattamenti che utilizza il semplice supporto con trasfusioni di globuli rossi e/o piastrine associati o meno a farmaci chemioterapici più o meno aggressivi e/o farmaci biologici mirati alle specifiche alterazioni geniche evidenziate.

Referente: dott. ALESSANDRO INZOLI

Telefono: 0373-280075

SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA E SCLEROSI LATERALE PRIMARIA 

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e la Sclerosi Laterale primaria (SLP) sono malattie del motoneurone, gruppo di malattie rare , che hanno come denominatore comune una sofferenza selettiva delle cellule della via motoria principale, la via Piramidale, costituita dal I e II motoneurone. La SLA comporta una compromissione sia del I che del II motoneurone mentre la SLP solo del I motoneurone. Entrambe comportano una compromissione motoria di vari distretti muscolari che può portare ad una perdita di autonomia nelle attività quotidiane. Attualmente l'unica terapia specifica approvata è il Riluzolo per SLA, mentre non sono presenti terapia specifiche per SLP.

Codice: RF0100 e RF0110

Referenti: dott.ri LUIGI CAPUTI e ANTONIO ZITO

Telefono: 0373-280387

 

POLINEUROPATIA CRONICA INFIAMMATORIA DEMIELINIZZANTE 

La polineuropatia cronica infiammatoria demielinizzante è una neuropatia ad andamento cronico recidivante o progressivo la cui patogenesi si ritiene essere immunomediata. Dal punto di vista clinico la malattia è caratterizzata dai sintomi sensitivi, ipostenia prossimale e distale e mancanza dei riflessi. I principali trattamenti sono immunomodulanti compresi gli steroidi, le immunoglobuline ad alte dosi per via endovenosa e la plasmaferesi.

Codice: RF0180

Referenti: dott.ri LUIGI CAPUTI  e ANTONIO ZITO 

Telefono: 0373-280387

 

DISTONIE PRIMARIE 

La distonia è un disturbo del movimento caratterizzato da contrazioni muscolari sostenute o intermittenti che causano movimenti involontari e/o posture anomale. E' il terzo disturbo del movimento più comune, dopo il tremore essenziale e la malattia di Parkinson. Può essere una malattia (per esempio: distonia di natura genetica, distonia primaria) oppure un sintomo associato a numerose malattie neurologiche del bambino e dell’adulto (distonia secondaria), può interessare una parte del corpo (distonia focale), più parti del corpo contigue (distonia segmentale) o non contigue (distonia multifocale) oppure il tronco in associazione a due parti del corpo (distonia generalizzata). La distonia di torsione idiopatica è una distonia primaria generalizzata, geneticamente determinata dalla mutazione del gene DYT1 a trasmissione autosomico-dominante.

La diagnosi di distonia si avvale di una valutazione medica, esame elettromiografico, risonanza magnetica, esami di laboratorio e test genetici.

Il trattamento è farmacologico (anticolinergici, benzodiazepine, miorilassanti e altri), tossina botulinica, fisioterapia e cura dei sintomi non motori, terapia avanzate come la stimolazione cerebrale profonda.

Codice: RFG160 e RF0090

Referenti: dott.ri ANTONIO ZITO  e ROSINA PALETTA

Telefono: 0373-280387

 

SINDROMI MIASTENICHE CONGENITE E DISIMMUNI

La Miastenia Gravis (MG) è una condizione caratterizzata da un’alterata trasmissione neuromuscolare che si esprime clinicamente con debolezza ed esauribilità della muscolatura striata scheletrica, specialmente quella oculare. La MG è causata da una risposta autoimmune, che nell'85% dei casi porta alla produzione di anticorpi contro il recettore muscarinico dell'acetilcolina. Le terapie di I linea sono corticosteroidi, azatioprina, micofenolato di mofetile. Negli ultimi anni sono emerse nuove terapie di II linea per i casi di MG refrattari come ad esempio Eculizumab, Ravolizumab ed Efgartigimob.

Codice: RFG101

Referenti: dott.ri ANTONIO ZITO  e ROSINA PALETTA

Telefono: 0373-280387

TELEANGECTASIA EMORRAGICA EREDITARIA

La teleangiectasia emorragica ereditaria o malattia di Rendu Osler Weber è una malattia ereditaria dell'angiogenesi, caratterizzata da telangectasie muco-cutanee e malformazioni arterovenose viscerali. Colpisce una persona ogni 5.000. Le sue manifestazioni più tipiche sono il sanguinamento nasale (epistassi) ricorrente e spontaneo, che compare solitamente fin dall’infanzia, e le teleangiectasie mucose e cutanee , piccoli puntini rossi tipicamente localizzati a labbra, lingua , polpastrelli. Le malformazioni arterovenose viscerali localizzate prevalentemente a livello di polmoni e fegato possono dare origine a complicanze importanti come l’ictus o l’ascesso cerebrale. Oggi è possibile ottenere presso i centri di riferimento della Rete Nazionale Malattie Rare e dalla Unione Europea il corretto inquadramento diagnostico e adeguata presa in carico per terapia e sorveglianza.

Codice: RG0100

Referente: dott.ssa ELISABETTA BUSCARINI

Telefono: 0373-280320

SARCOIDOSI 

La sarcoidosi è una malattia infiammatoria granulomatosa multisistemica che può colpire diversi organi e tessuti, seppure i principali bersagli siano l'apparato respiratorio e i linfonodi toracici del mediastino. Solo nel 50% dei casi questa malattia è sintomatica, con sintomi aspecifici quali dispnea da sforzo, tosse stizzosa e astenia, ma anche lesioni cutanee e oculari. In considerazione della possibile benignità della malattia, non sempre è necessaria una terapia, che viene iniziata sulla base della valutazione del rischio di danno severo o irreversibile degli organi colpiti. Nel nostro Centro ci occupiamo di questa patologia dalla diagnosi, che spesso richiede una broncoscopia con lavaggio bronchiolo-alveolare ed esame bioptico, all'eventuale terapia, che consiste in steroidi e immunomodulanti. I pazienti sono seguiti con controlli periodici mediante un Ambulatorio di Secondo Livello.

Codice: RH0011

Referente: dott.ri TIBERIO OGGIONNI e LUCA BILUCAGLIA

Telefono: 0363-378246

 

MALATTIE INTERSTIZIALI POLMONARI PRIMITIVE

Le malattie interstiziali polmonari primitive sono un gruppo di patologie rare, che colpiscono in maniera selettiva la struttura di sostegno del parenchima polmonare, l’interstizio, causando sintomi respiratori aspecifici come dispnea e tosse stizzosa. Il danno principale di queste patologie è costituito dalla deposizione di un tessuto fibrotico che altera l’interstizio polmonare, determinando un quadro funzionale spirometrico restrittivo. La malattia interstiziale polmonare primitiva più diffusa è la fibrosi polmonare idiopatica. Nel nostro centro ci occupiamo della diagnosi, che necessita sempre di una conferma radiologica mediante TAC torace ad alta risoluzione, dell’esclusione di altre cause che possono determinare quadri clinico-radiologici simili (per esempio alcune malattie reumatiche), in alcuni casi di un prelievo bioptico. Per la diagnosi definitiva è poi essenziale la valutazione da parte di un team multidisciplinare. Ci occupiamo quindi della terapia, che differisce a secondo del tipo di patologia, e comprende farmaci antifibrosanti, steroidi, immunomodulanti, e di una globale presa in carico del paziente dal punto di vista del supporto fisiokinesiterapico e della palliazione dei sintomi. I pazienti sono seguiti con controlli periodici mediante un Ambulatorio di Secondo Livello.

Codice: RHG010

Referente: dott.ri TIBERIO OGGIONNI e LUCA BILUCAGLIA

Telefono: 0363-378246

MALATTIA DI CAROLI

La malattia di Caroli è una malattia epatica molto rara, congenita, caratterizzata da dilatazioni cistiche non ostruttive dei dotti biliari intraepatici e, raramente, extraepatici; ha prevalenza di 1/1.000.000. Il quadro clinico varia dalla semplice ectasia dei grandi dotti biliari intraepatici (la forma meno comune, detta malattia di Caroli) alla forma sindromica (sindrome di Caroli), più comune. Alcuni pazienti sono asintomatici per tutto il decorso della malattia; altri sviluppano calcoli intra- o extra-epatici, che provocano colangite ricorrente o pancreatite acuta. L'approccio diagnostico di riferimento è la colangio-risonanza magnetica che mostra le anomalie caratteristiche dei dotti biliari.

Codice: RN0220

Referente: dott.ssa ELISABETTA BUSCARINI

Telefono: 0373-280320

 

SINDROME DI EHLERS - DANLOS

Si tratta di una patologia ereditaria del tessuto connettivo, di cui esistono 13 sottotipi a seconda delle differenti alterazioni genetiche riscontrate. La caratteristica peculiare è l'iperlassità articolare, che può essere associata, a seconda della localizzazione del collagene anomalo, ad iperelasticità cutanea, facilità alla formazione di ecchimosi, tendenza alla formazione di cheloidi, fragilità vascolare, alterazioni oculari.

Codice: RN0330

Referente: dott.ssa CHIARA TRABATTI

Telefono: 0373-280280 o 0373-280511